Lo sapevi che mancati pagamenti che si ripetono nel tempo possono essere considerati segnali di crisi?
Molti imprenditori e titolari di micro imprese pensano che posticipare tasse o contributi sia un dettaglio senza conseguenze, o che generi soltanto sanzioni e interessi a favore dello Stato. Ma il Codice della Crisi d’Impresa (D. Lgs. 14/2019) e il Codice Civile non la vedono così.
📌 Cosa può succedere davvero?
Non rispettare le scadenze fiscali, contributive o verso fornitori può essere considerato gestione non prudente dell’azienda e anche le micro imprese sono sotto lo stesso obbligo: mancati pagamenti importanti e reiterati rappresentano campanelli d’allarme seri per la continuità aziendale.
⚠️ Gli indicatori di crisi secondo l’articolo 3 del CCII
Il Codice della Crisi d’Impresa individua specifici indicatori di squilibrio economico, patrimoniale o finanziario. Tra questi:
- Debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 giorni: se pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni.
Esempio: Se le retribuzioni mensili ammontano a 10.000 €, un debito per retribuzioni scaduto da oltre 30 giorni superiore a 5.000 € è un indicatore di crisi.
- Debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 giorni: se di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti.
Esempio: Se i debiti verso fornitori non scaduti ammontano a 20.000 € e quelli scaduti da oltre 90 giorni sono 15.000 €, si configura un indicatore di crisi. - Esposizioni verso banche e intermediari finanziari: se scadute da più di 60 giorni o superiori al limite degli affidamenti ottenuti, purché rappresentino almeno il 5% delle esposizioni totali.
Esempio: Se l’esposizione totale verso banche è 100.000 € e quella scaduta da oltre 60 giorni è 6.000 €, si configura un indicatore di crisi. - Debiti verso creditori pubblici qualificati: se scaduti da oltre 90 giorni e non saldati, come INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate-Riscossione.
In molti casi, questi debiti rappresentano importi significativi: chi si finanzia non pagando imposte, tasse e contributi, oltre a essere formalmente un evasore, si trova spesso in una situazione di crisi già evidente, perché l’impresa, molto probabilmente, è già in stato di crisi conclamato.
✅ Come proteggere la tua impresa
Tenere sotto controllo i pagamenti, annotare scadenze e usare strumenti di alert è sicuramente necessario e utile, ma se tutto questo viene fatto troppo tardi rischia di essere solo un piccolo rimedio rispetto alla vera gestione della continuità aziendale.
La vera protezione deriva da una programmazione aziendale seria, dal monitoraggio costante della continuità aziendale e dall’applicazione coerente di tutti gli obblighi imposti dal CCII e dal Codice Civile. Solo così l’imprenditore può continuare a far rendere la propria attività in modo economicamente vantaggioso e prevenire crisi future.
🔒 Perché non è solo burocrazia
Rispettare i termini e monitorare costantemente la situazione finanziaria non significa solo evitare sanzioni: significa gestire bene l’impresa, generare valore e tutelare la propria responsabilità personale.
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